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Ciao mamma tuo per sempre


Milurdein
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Dopo un mese dal suo ricovero, e l'ultima settimana di aggravamenti continui, gli ultimi due giorni di mia madre sono stati un'agonia insopportabile per lei e per chi le voleva bene come me. Questa povero essere è entrata in ospedale con una diagnosi tutto sommato tranquillizzante, ma soprattutto in condizioni che facevano presagire un più che possibile recupero. Aveva avuto unì'ischemia cerebrale e purtroppo allo stesso tempo uno scompenso cardiaco, che era però stato scoperto 24 h dopo il ricovero. Dopo alcuni giorni in cardiologia però era stata riportata in corsia per la degenza di rito, e dopo 2 settimane è stato deciso di trasferirla in una clinica per fare la riabilitazione. 2 settimane esatte dopo l'evento è stata giudicata abile ad essere riabilitata, ma il giorno stesso è stata giudicata dalla clinica a rischio di un altro infarto, e rimandata in serata al reparto di cardiologa del fatebenefratelli di milano da cui proveniva.

Il viaggio che ho fatto con lei in ambulanza alle 9 di sera, con la maschera ad ossigeno a sirene spiegate, hanno dipinto la morte sul suo volto, che ho visto personalmente nel suo sguardo durante tutto quel maledetto viaggio. Da quel momento in poi è cambiato tutto per lei: è sempre stata agitata, soprattutto di notte, facendola dormire (e non mangiare) di giorno. Giorno dopo giorno ha perso funzionalità, tono umore. Finchè non sono intervenute tutte le complicazioni possibili. negli ultimi due giorni non riusciva più a mangiare, deglutire e nemmeno a tenere gli occhi aperti. Infine sono intervenute un'insufficienza renale ed una sepsi che l'ha stroncata durante le ultime ore di vita. L'ultima volta che l'ho vista, 3 ore prima di andarsene, era in stato di semi incoscienza ed aveva un respiro che somigliava più ad un rantolo che ad un soffio vitale.

Se n'è andata oggi 4 marzo 2009 alle h 17,40.

Mia madre è sempre stata una persona ansiona ed ansiogena, per non dire una vera e propria paranoica sotto certi aspetti. Proprio in questo momento a porta a porta stanno parlando di panico ed ansia, nemmeno a farla apposta. In effetti quest'ansia l'ha trasmessa a tutti e tre i figli, a me in particolar modo. Era un suo modo ma anche un modo concreto, di far sentire il suo affetto. Non c'è dubbio che io sia sempre stato il suo cocco, per una ragione che mi ha spiegato di recente.

Io sono stato il figlio di mezzo, il primo fu il più desiderato da tutti, soprattutto dai nonni materni, e l'ultima, la femmina, è stata la più desiderata da mio padre che ha perso la madre a 20 anni, a cui ha dato il nome. Purtroppo quello di mezzo, io, non era in realtà desiderato da nessuno, in pratica un incidente di percorso, e per questa ragione fui fatto OSTAGGIO di mia madre. Per i primi 5 anni di vita infatti sono stato un mammone terrificante. Sono guarito alla nascita di mia sorella,per ovvietà di cose.

Nel corso degli anni però, la gelosia da parte degli altri due fratelli per i favoritismi di mia madre si è sempre manifestato. soprattutto da parte di mio fratello maggiore. Con mia sorella ho avuto nel corso degli anni un rapporto molto più sincero, solo negli ultimi 4 anni c'è stato un irrigidimento da parte sua. La ragione è stato il fatto che io sia andato a vivere con lei, accettando un lavoro malpagato e malconsiderato nel gruppo di mio fratello. Mia madre ha perso in pochi mesi la madre ed il marito, e sarebbe rimasta da sola. Io per stare a casa sua avevo rinunciato a determinate opportunità professionali, ma con l'andare del tempo mi resi conto che in realtà non ne volevo più sapere di lavorare ad un determinato livello e modalità. In pratica mi sono letteralmente ritirato dalla competizione professionale, avendone sempre avuta la possibilità e a detta di tutti quelli che hanno lavorato con me, pure le capacirtà. Questopuò apparire una scusa certo, un modo come un altro per mascherare una mia incapacità o invidia: la classica storia della volpe e dell'uva. Con il passare del tempo, mi sono reso conto che in realtà non solo non ho mai cercato nulla di simile, e anche quando l'ho fatto (e pure con successo), in realtà c'era un mostro dentro di me che non riconosco più.

Per farl breve, io e mia madre ci siamo trovati in un momento delicato per entrambi, e non saprei se avevo più io da rimetterci perchè per ovvie ragioni io avevo più da vivere e da godere ancora dalla vita. Devo essre onesto: con il mio stipendio mi ci sarei mantenuto a fatica e sebbene di mio non ho pesato più

di tanto sul bilancio di casa (anzi, se la spesa e le spese correnti le avessi sempre fatte io avrebbe rispamiato pure un po' di soldi, mia madre aveva le mani bucate e non era particolarmente sgamata con i commercianti), il mio sostentamento è stato possibile grazie al fatto di vivere a casa sua.

In definitiva mia madre si è trovata (per fortuna solo occasionalmente) a fare da cuscinetto tra me e loro, sebbene per la maggior parte del tempo non sia successo niente di particolare, ed in alcuni momenti ci sia stata perfetta armonia. Inoltre non si può certo dire che mia madre avesse un carattere accomodante, è sempre stata ipercritica con ogni su figlio, sebbene per me alla fine ha avuto sempre un occhio di riguardo, purtroppo però non ha mai avuto nè voluto comprendere la mia scelta di tipo lavorativo professionale, ed in tutta onestà ammetto che non sia facilissimo da capire. Solo recentissimamente mi ha detto (dopo essermi però beccato del buono a nulla per 4 anni), LE HAI SCANSATE TUTTE TU, riferendosi alle occasioni che mi sono capitate in vita mia.. In poche parole aveva capito che erano sempre state scelte volontarie quelle che mi hanno visto abbandonare di volta in volta una strada dopo l'altra, anche quelle che sembravano tagliate per me. In particolar modo quando lavoravo per la Kone ascensori 10 anni fa, e pure le altre opportunità che mi sono capitate successivamente, in particolar modo un'offerta di export manager per un'azienda di serrature.

Il resto lo conoscete: I Muletti, l'agente immobiliare, la Remax, e da 3 anni presso l'azienda che si occupa di assicurazioni nel tree group.

Recentemente si era anche premurata di dirmi che si sentiva di impiccio nella mia vita, che le dispiaceva di costrigermi a farle da badante, cosa non solo non ha mai fatto, al contrario. L'ho rassicurata che non mi pesava affatto la cosa, perchè mi sentivo più gratificato a parlare con mia madre tutta la sera, piuttosto che uscire con gente di cui non me ne fotteva più niente. Solo in alcuni momenti di tensione le avevo fatto pesare la mia scelta, ma per dimostrarle che io c'ero che non ero trasparente, perchè in alcuni momenti credevo di esserlo diventato persino a lei, ma evidentemente erano degli sfoghi sia da parte mia che da parte sua. Negli ultimi mesi usciva sempre meno di casa per problemi motori (avrebbe dovuto fare la protesi ad entrambe le ginocchia ed aveva un'artrosi alla schiena spaventosa), oltre ad essere fortemente depressa dalla morte di mio padre avvenuta 4 anni fa. In definitiva aveva dei problemi sia fisici c psicologici gravi e pesantissimi, che le ho riconosciuto solo io, al contrario degli altri due figli che hanno sempre minimizzato e svilito il suo stato di salute. Per loro sarebbe bastato un po' di ottimismo per stare molto meglio. Inltre era ipotiroidea, ipertesa, e si riempiva di antifiammatori per via degli ovvi dolori, che tuttavia non è mai riuscita a sopportare. Per completare il quadro clinico dopo tanti anni le era venuta una lieve ulcera, e soffriva di colite cronica. Se aggiungete che continuava a fumare nonostante un'ischemia cardiaca avuta 19 anni fa, e che pesava 80 chilil probabilmente vi renderete conto che nonostante avesse solo 73 anni, aveva qualche ragione per dire come diceva di non voler stare più al mondo, anche e soprattutto perchè non riusciva più a muoversi di casa. Uno che passa la maggior parte del suo tempo a letto non può più avere tanti stimoli, in particolar modo una persona attiva com'è sempre stata mia madre.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato una flebite ad una gamba circa un paio di mesi fa, che le hanno fatto prescrivere delle iniezioni che forse hanno dato il via all'embolo che l'ha portata in ospedale.

Ma la ragione vera che mi ha fatto vivere gli ultimi anni con mia madre, senza desiderare altro, era la figura di semplicità, pulizia, generosità, disponibilità, oltre all'assoluta mancanza di ambizione, arrivismo e tutte le puttanate che hanno reso il clima della nostra civiltà irrespirabile. In questo senso lei e mio padre erano veramente delle mosche bianche, due persone appartenenti ad un altro mondo, un mondo più umano, nel quale c'erano ancora dei valori, delle certezze, dove il bastardo non la faceva franca facilmente come oggi. Se due come mio padre e mia made si fossero sposati 10 anni fa, non sarebbero riusciti a mantenere una famiglia di 5 persone. Erano troppo ingenui, si fidavano troppo del prossimo, e anche questa è stata una ragione per il loro mal di vivre. e con ogni probabilità aver vissutoi ad entrambi nel finale della loro vita, mi ha fatto tornare alle radici, ai valori che ho appreso da loro. Io in questa merda non ci voglio stare, mi sto limitando a difendermi, a non farmi sopraffarre, ma non penserei mai e poi mai di partire io per prevaricare qualcun altro.

In questo momento capisco l significato del termine motherless child, ovvero un uomo senza orizzonte, senza guida, senza bussola. I miei parametri li ho ben presenti, ma in questo panorama non so dove e come possano servire.

Addio mamma, finalmente mi sono reso conto quale esempio rappresenti per me, e con quale spirito voglio vivere la mia vita.

Modificato da milordino
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Bello, bello, bello. Quello che hai scritto. Anche se in uno dei momenti più tristi che possa capitare, la morte di un genitore.

Ho perso il papà 9 anni fa, avevo 26 anni e lui 68. Eravamo e siamo una famiglia unita, senza problemi, poi all'improvviso la malattia e in 7 mesi se n'è andato. C'ero io con lui in ospedale l'ultima notta, e considero questa cosa l'ultimo regalo che mi ha fatto. Mi sono sempre considerato una persona matura, a costo di sembrare presuntuoso. Ma nonostante questo credo che la morte di mio papà sia stata la fine della mia vita da ragazzo e l'inizio di quella da uomo. L'inizio vero in cui si capisce che devi assumerti delle responsabilità, più di quanto non abbia mai fatto.

Alla mia vita chiedo solo una cosa: che mi dia la possibilità e le capacità di meritarmi di rimanere nel cuore delle mie figlie come mio papà è rimasto nel mio.

Condoglianze.

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Milo, il mio abbraccio, le mie condoglianze e il mio grazie per la tua testimonianza.

Riconosco anch'io nei miei genitori persone di un'altra stoffa, di un'altra caratura, che magari han patito le pene dell'inferno (materiali) da bambini e da ragazzi, ma che hanno imparato quali sono i veri valori per cui vale la pena stare al mondo.

Come hai giustamente detto, l'arrivismo e le puttanate di oggi arrivano a "sporcare" anche i rapporti in famiglia ed è bellissimo quando dici che ti sentivi più gratificato a parlare con tua madre tutta sera piuttosto che fingere un dialogo con altri.

Ogni tanto penso al giorno in cui i miei se ne andranno e sto male. Mi è capitato anche di sognarlo e di svegliarmi piangendo. Ma mio padre ha compiuto 84 anni 3 giorni fa e mia madre è coetanea della tua (ne farà 74 a novembre) e purtroppo gli acciacchi avanzano.

Quello che non accetterò saranno frasi tipo "beh, ma a quell'età..." perchè grazie a Dio sono entrambi lucidissimi (mio padre per certe "memorie" che conserva è uno spettacolo) e credo la sanità mentale sia infinitamente più importante di quella fisica.

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Ci riflettevo giusto qualche giorno fa riguardo ad Iron, quando un forumista scrive poco, su questi forum, rispetto al passato, ci può essere una deriva positiva o una negativa a livello personale; difficile che ci siano vie di mezzo. Ovviamente l'augurio è che chi si allontana da qui, per poco o tanto tempo, viva cose belle a livello affettivo, famigliare, umano, personale...ma alle volte purtroppo non è così...vedi Iron, vedi Sua Odinezza, vedi ultimamente il Milo...

Che dire? Oltre alle parole commoventi che Luca ha scritto e mi hanno colpito una per una, ho notato il suo modo di scrivere. Diverso dal solito. Non più quella furente "rabbia di vivere", quel fiume in piena che lo ha caratterizzato praticamente in ogni suo scritto precedente. In quella lettera aperta a sua madre, a se stesso e a noi ha scritto come un uomo che si è "fermato" a scrivere; che ha spento il motore, che ha interrotto, finito una corsa che evidentemente era rallentata già da tempo... Ieri gli si è avverata la peggiore delle ipotesi, la morte di un caro. Che si è andata ad aggiungere alla ancora troppo recente scomparsa del padre. Io spesso mi definisco da solo un "uomo interrotto", fermato nel suo percorso. E la morte di entrambi i genitori (associata ad altri fatti della vita) è qualcosa di terribile che solo chi la vive, e ognuno a modo suo, può, non dico capire, ma vivere, subire, assorbire e basta. Ti coglie come un uragano, ti travolge, non c'è modo di tornare indietro e rifare qualcosa, non si riavvia una vita come riavvii Windows, non hai modo di dire altre cose non dette, non hai modo di udire altre cose non sentite... E' un punto di non ritorno la morte di chi ami. Da lì in poi il senso di solitudine e di vuoto può essere agghiacciante; il punto di riferimento solito, abituale, consueto, rassicurante anche se doloroso, viene a mancare. Ed è sempre "improvvisamente" a mancare, anche se hai provato ad allenarti al pensiero, all'idea: non si può simulare questa realtà di morte, così come un attore può solo immaginare una parte, ma non viverla realmente. Molta della tua capacità di reagire a questo terribile colpo dipende da cos'altro ti sei costruito attorno. Per alcuni è un amore, la famiglia, i parenti, gli amici, il lavoro... Purtroppo dalle parole di Luca emerge che non vi è molto tra queste cose a cui appigliarsi per avere supporto e conforto in questo orrendo momento. Anzi. Le persone che dovrebbero essere di consolazione e lenimento del dolore rischiano di essere fonti di nuovo patimento, di ulteriore disorientamento.

Ma è giusto e doveroso anche sperare che un evento così drammatico sblocchi amori repressi di fratelli , illumini chi non ha capito appieno il valore della vita, chi ha respinto ciecamente, minimizzandolo, forse per paura, inadeguatezza personale, il pericolo della morte; e risvegli il sentimento di amore fraterno, che sfoci in occasione di riavvicinamento e non di ulteriore allontanamento. Che chi soffre reagisca nella nuova disponibilità, non nella ricerca di ulteriore distacco o di sfoghi aggressivi ed ostili.

Questo è il mio sommesso augurio, nella sincera vicinanza ad un dolore purtroppo conosciuto, e mai superato.

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Grazie a tutti. ho scritto queste parole soprattutto come valvopla di sfogo, ma soprattutto perchè non voglio pesi sulla coscienza, non so se ho fatto tutto per salvarle la vita, ma probabilmente questo rimorso me lo terrò per sempre.

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Inviato (modificato)

grazie a tutti, ho avuto diverse manifestazioni da parte di persone che non pensavo nemmeno che si ricordassero di me, quello che secca è che accada in occasioni così tragiche. Talvolta però nemmeno queste occasioni servono a riscoprire certe testimonianze, purtroppo9 non servono più di tanto, perchè una perdita simile non si può mai rimpiazzare con niente, proprio niente, del resto niente è eterno, in quanto tale. Tutto si trasforma. Non so quanto mi ci vorrà a farmene una ragione, e quante energie mi costerà. Potrebbe anche liberarmi delle energie, del resto ho sempre pensato che non si può vivere pensando a quello che fanno anche le persone più care.

Vero è che negli ultimi mesi mia madre si era sempre più lasciata andare, e che per certi aspetti non desiderava che di andare accanto ai suoi cari, però i suoi 3 figli e le 2 nipoti non potevano essere coniderati meno cari. In questo senso sono un po' combattuto, e mi viene da pensare che il mio dolore rispecchi soprattutto il non essere considerato caro a livello di suo marito e dei suoi genitori. perchè in definitiva (a me in particolare), mi ha voluto lei con tutto il cuore e la volontà.

E' troppo presto per farsi un'idea definitiva, mi sento ancora molto confuso, ma il dolore non è molto peggio di ogni aspettativa.

Il mio cruccio è che i miei due fratelli non si sono immedesimati nei valori che hanno espresso i miei genitori, al contrario si sono immedesimati fin troppo nella mentalità forzidiota. E' il vero fallimento della mia famiglia.

Modificato da milordino
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