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L'Ultimo Film Noleggiato


Ebano
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Consiglio per il noleggio: Outfoxed

Havana, Cuba. Michael Corleone e tutti i padrini americani sono alla festa per il sessantasettesimo compleanno del supergangster Hyman Roth. Il festeggiato taglia la torta e mentre assegna una fetta di Cuba a tutti gli invitati esclama soddisfatto: " Non è favoloso vivere in un paese con un governo che rispetta le imprese private?". Con questa brillante citazione da Il padrino II, comincia l’irriverente documentario di Robert Greenwald, come per sottolineare fin da subito il legame non sempre limpido tra industria e potere, che influenza e determina gran parte della nostra vita, e in questo caso prende le sembianze specifiche di un altro rapporto: quello tra i media e l’informazione. In questo gioco di ruoli e relazioni Rupert Murdoch e la sua creatura, Fox Channel, diventano l’emblema del male, della contaminazione sotterranea e silenziosa delle menti, che spaccia per obbiettiva un opinione particolare – casualmente sempre conservatrice – e rende opinabili dati di fatto. Murdoch è un Charles Foster Kane del nuovo millennio, una personalità eccentrica, migliaia di amici, migliaia di nemici. Possiede un impero che va dalle televisioni ai giornali, da linee aeree a case editrici. Il film comincia con toni lievi, prendendo in giro il comportamento contraddittorio, fazioso e aggressivo dei principali conduttori della rete. Dopo questo riscaldamento Greenwald attacca lo slogan principale del TG: "fair and balanced", giusti e equilibrati. Mostra freneticamente una turba di esempi di palese ingiustizia e parzialità. Centinaia di spezzoni, montati e accumulati (senza autorizzazione della compagnia televisiva ) danno a buona parte del film un ritmo spedito. È impossibile che lo spettatore riesca a non uscire dalla sala frastornato da tutte le informazioni che riceve e non riesce a assimilare. Dallo slogan l’attenzione passa all’analisi delle tecniche del linguaggio, che permettono la trasmissione di un messaggio implicito o esplicito, apparente o sostanziale, vero o falso. O entrambi. Scrupolosamente, il regista inserisce interviste a ex-impiegati della Fox che testimoniano la convergenza globale che aveva preso l’azienda nel manipolare l’informazione, e il decennale rapporto di famiglia con i Bush. Robert Greenwald, produttore, regista, documentarista con all’attivo un buon numero di rispettabili film low-cost (Occhi per sentire, Xanadu), ha sempre combinato la poetica dei suoi film con una politica saldamente democratica. Nell’ ultimo paio d’anni ha sviluppato uno metodo di guerriglia che consiste in film d’attualità politica (Uncovered: tutta la verità sulla guerra in Iraq) girati in tempi brevi e con pochi soldi destinati subito al circuito DVD. Un’ attvismo mediatico, facilitato da associazioni politiche minori, che cerca di creare un’autorevole controinformazione. Il documentario smaschera definitivamente l’abiezione e la genialità della Fox, che non si limita a distorcere le informazioni vere e proprie, ma soprattutto i modi con qui questa viene trasmessa, volti a avere in ogni momento un preciso e voluto impatto sul pubblico. Non sono scoraggiato dall’affresco di abuso dell’informazione che descrive quest’opera, perché ero preparato a vedere esempi di questo genere (anche se non di questa mole). Del resto, mi suonano familiari e terribilmente di casa. Ma sono stato particolarmente addolorato (e disturbato) dall’idea di fondo: anche nel paese, storicamente, dei diritti e delle opportunità per tutti, qualcosa di così importante come i media è la provincia esclusiva di un piccolo e selettivo gruppo di persone. Perché Fox News è un simbolo e non rimanda solo a se stessa, ma a una serie di broadcast americane di ugual fattura. Con grande senso tattico, Greenwald, dopo aver sviluppato questo nodo, cruciale, lo rinforza con sondaggi agghiaccianti. Per esempio, documentando il fatto che la maggior parte degli spettatori di Fox News credono che gli Stati Uniti abbiano trovato le prove delle armi di Saddam. A chi lo accusa di essere troppo di parte trascurando l’altra parte della questione, il regista risponde ironico: "Non ha la Fox 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno per trasmettere il loro visione del mondo?". Questo però non è un documentario di Michael Moore, Greenwald non mette se stesso dentro il materiale, e non riesce neanche a raggiungere i toni ironici, grotteschi, a volte sublimi del giornalista di Flint. Outfoxed è stato realizzato in gran segreto, costruito proprio per far arrabbiare il pubblico, e bisogna ammettere, ci riesce bene.

Io l'ho visto ieri su Sky (che è di proprietà di Murdoch) e mi è garbato assai.

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The Island

Pensavo peggio, non amo molto ambienti futuristici robotico-genetici.

Però il film si fa vedere tutto, lei è SPETTACOLARE, lui azzeccato. La trama ha lacune ma è abbastanza ovvio che sia così, e loro sopravvivono a ogni tipo di incidente mortale.

Meglio del decantato Gattaca, per rimanere in tema.

Voto 7,5.

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Ma per favore, Edo...

The Island è "potenzialmente" da 7,5 visto che l'idea alla base del film è ottima (non a caso tratta da Dick).

Il regista però "svolta" subito dalla fantascienza a un banalissimo film d'azione, e lo fa ancora prima del film: dal trailer!!!

Già da lì infatti viene svelato il presunto colpo di scena che rende totalmente inutile tutta la prima parte del film, visto che si sa già la verità. Tanto valeva tirarla meno lunga e cominciare molto prima gli inseguimenti e le esplosioni, visto che sono le uniche cose che interessano a questo regista ("Armageddon").

L'unica cosa degna di nota del film rimangono gli interpreti. Ewan McGregor per me è un ottimo attore; quanto a Scarlett vabbè, ne abbiamo già parlato abbastanza...

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Guarda sono d'accordo sulla critica al trailer, che rovina la prima parte del film.. sarebbe stato bello forse pensare che per davvero c'era stata la contaminazione eccetera.

Però chi ti dice che la cosa non era voluta? Forse l'intenzione era proprio che TU sapessi che erano cloni, mentre LORO no.. il che induce a tutta una serie di ragionamenti del tipo "guarda che stronzi ecco come fanno a nascondergli questo e quello" che se lo spettatore non avesse saputo già tutto, non avrebbe potuto fare "in presa diretta" ma solo, eventualmente, a fine film..perdendosene un bel po', di quei ragionamenti.

Per il resto un po' di azione non guasta, il che ti spiega perchè lìho preferito a Gattaca, che come idea è molto vicino ma per me è meno coinvolgente.

Facciamo 7 e non se parla più.

Modificato da The Duke
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  • 2 settimane dopo...
  • 1 mese dopo...

Appena visto "Coach Carter" con Laurence Fishburne.

E' tratto dalla vera storia di un allenatore di basket di high school che arrivò a chiudere la palestra per protestare contro l'indulgenza del sistema scolastico americano verso gli studenti/atleti.

Una bella storia, ve lo consiglio.

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rivisto Dead Man di Jarmush

film eccelso, geniale. Nonostante Jarmush sia un ottimo regista stupisce che sia suo, è ben oltre le sue corde normali.

Anch'io l'ho rivisto l'altro giorno, non mi ricordavo "Frank Black" in questa versione, stupendo.

Ieri invece ho visto "Festen", l'odiato film del Mereghetti.

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