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absolute
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Ho appena letto Solaris, romanzo che ha ispirato l'omonimo film di Tarkovskij e (purtroppo) la cacata americana.
Bello. Nonostante sia stato scritto nel 1961 non accusa (se non lievissimamente) il peso dell'età, perché la scrittura non è farcita di frasi fatte e metafore specifiche di un determinato periodo, facendolo risultare attuale, contemporaneo (e non moderno); caratteristica che non perderà neanche tra cento anni (ci scommetto). A questa scrittura senza tempo giova non aver riempito le pagine di blabla tecnologico. Quando si parla di tecnologia lo si fa perché è funzionale allo sviluppo della storia.
Solaris viene considerato una pietra miliare della fantascienza filosofica, e confermo il giudizio. La lettura offre molti spunti di riflessione, ma lo fa attraverso la trama e la narrazione, non è mai pedagogico né sussiegoso, e non ci troverete le noiose e false frasi ad effetto che qualche ragazzina senza età metterebbe a didascalia di una foto con le tette in primo piano e il muso (le labbra per chi vive al nord) a culo di gallina.
Il romanzo in sostanza mette l'uomo di fronte a qualcosa di totalmente alieno, impossibile da sondare e ricondurre a concetti umani.
Non aggiungo altri dettagli sulla trama perché in questo caso rovinerei davvero l'esperienza di chi volesse leggerlo. Lettura che consiglio.

 

Del romanzo esistono due traduzioni.
La prima, vecchiotta, usata da Urania, Mondadori e altri, che è decurtata di un quinto.
La seconda, di pochi anni fa, edita da Sellerio, è integrale (ho letto questa).

 

Per amor di completezza, del romanzo ci sono diversi adattamenti.
Una serie tv russa del '68, che non ho mai visto, e letto essere abbastanza fedele.

Il già citato film di Tarkovskij, del '72, diverge abbastanza dal romanzo, specie nell'inizio e nel finale. Se il romanzo è una riflessione filosofica, il film pone l'accento sulle relazioni umane.
Il film americano del 2002. Praticamente una terapia di coppia nello spazio. Ci ho provato cinque volte, a distanza di mesi, prima di riuscire a vederlo tutto senza addormentarmi nei primi 10 minuti.

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Curioso, ho proprio appena finito il secondo capitolo di Solaris per una lettura a tappe concordata in gruppo su lif, per caso te ne è giunta voce o è solo una strana coincidenza?

 

Comunque per me si tratta di una rilettura, ricordo che mi piacque molto e mi lasciò diversi spunti di riflessione ma volevo rileggerlo per poi rivedere il film (di Tarkovskij ovviamente, l'americanata mi rifiuto di considerarla). Concordo sulla buona resistenza al passaggio del tempo, anche se alcune ingenuità ci sono (tipo avere un volume cartaceo su una base spaziale, agli ebook poteva arrivarci anche nel 1961 Lem), ma c'è da dire che visto l'approccio "filosofico" alla vicenda non era così difficile superare la prova del tempo. C'è da dire che la tematica è affrontata in maniera originale e questo è, secondo me, il suo punto di forza.

 

Non sapevo della versione Mondadori ridotta, mi infastidisce la cosa anche perché sto rileggendo quella, a questo punto provo a procurarmi quella Sellerio, grazie per la segnalazione.

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No, non sapevo del gruppo di lettura (ci ho appena dato un'occhiata, e per me sarebbe una tortura leggere un capitolo alla volta). Avevo letto l'inizio qualche anno fa per poi accantonare il romanzo senza una ragione specifica. L'altro giorno leggevo un'antologia di racconti sul viaggio nel tempo, tra cui Viaggio Settimo, proprio di Lem, un breve racconto divertente e intelligente, e mi son deciso a leggere Solaris, cosa che ho fatto in due giorni.

 

Sì, la mancanza di ebook o suoi equivalenti a favore di ingombranti libri cartacei l'ho notata pure io. Ma non solo. Anche la mancanza di droni. O il fatto che il cibo non sia propriamente quello che ci si aspetta di trovare su una base spaziale. Però li si ignora tranquillamente.

 

Non ho idea di cosa sia stato eliminato dalla versione Mondadori. Se dovessi scommettere sono state ridotte le

Spoiler

decine e decine di pagine - invero un po' noiosette - di storia della Solaristica. Se così fosse è un po' un peccato, perché anche se un po' pesanti danno una maggiore profondità al pensiero dell'autore sull'umanità, sul bisogno di fede dell'uomo, e spiega, per metafora, cosa può aver spinto ad agire in un certo modo i personaggi del romanzo.

 

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Il 1/6/2019 at 19:34, Apolide dice:


La prima, vecchiotta, usata da Urania, Mondadori e altri, che è decurtata di un quinto.
La seconda, di pochi anni fa, edita da Sellerio, è integrale (ho letto questa).

 

 

 

Uh, grazie, non sapevo che la prima fosse tagliata. Io l'avevo letto anni fa in edizione mondadori. Recupererò quella Sellerio, allora.

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Il 21/5/2019 at 16:54, silvia_fi dice:

in questo periodo mi sono dedicata al libro dello sgargabonzi jocelyn uccide ancora con una pregevole dedica che mi ricorda la sua ossessione per la morte. non so come possa essere classificato, alcuni racconti sono geniali, altri sottotono. nel complesso un libro che puoi leggere quando vuoi e come vuoi, con perle sparse ma anche diverse storie incompiute.

 

Oggi in offerta su Amazon (lo so, lo so, ma gli ebook son comodi), me lo son accattato.

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13 ore fa, The Duke dice:

 

cosa suggerisci su vollman?

 

Mah, io ho cominciato con Europe Central (come credo la maggior larte di chi inizia a leggere Vollmann). Dire che sia 'rappresentativo' con Vollmann e' impossibile, vista la molteplicita' e diversita' di soggetti e stili con cui si cimenta. 

Se ti prende (come per me) allora passa a Seven Dreams. E' ancora incompleto (mancano 2 Chapters), il secondo e' forse il piu' bello ma comunque tutti di ottimo livello.

A me piace molto anche per la NON fiction, tipo Into the forbidden zone su Fukushima. Tecnico si, ma mai arido o distaccato (Vollmann e', come me, innamorato del Giappone).

Se passi questi te ne suggerisco altri ?

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Il 25/5/2019 at 11:17, absolute dice:

Ieri sera ho iniziato Casa di Foglie (House of Leaves) di Mark Danielewski.

 

L'ho finito ieri sera. Che dire, un gran bel romanzo, era da tanto che non trovavo qualcosa di interessante e sono molto soddisfatto. In realtà si è rivelato un po' diverso da ciò che mi aspettavo inizialmente. Forse ho smorzato un po' l'entusiasmo leggendo tutto in ordine e ritrovandomi con le appendici (centocinquanta pagine su ottocento) dopo l'effettiva conclusione mi hanno appesantito la fine del tomo. Ma a parte questo il romanzo è davvero ben fatto, c'è un lavoro dietro davvero monumentale e tantissime volte mi sono dovuto fermare a fare ricerche su wikipedia per cogliere molti riferimenti, anche se sospetto di averne persi altrettanti. Danielewski ha confezionato un'opera per nulla banale e nonostante io non sia un amante dell'horror non posso che riconoscerne l'ottima resa.

Il punto di forza del libro è la sua struttura, trattandosi di letteratura ergodica l'esperienza dei personaggi viene rivissuta anche dal lettore nel modo in cui legge il libro, cosa davvero suggestiva e coinvolgente. L'ho trovato molto più interessante di S - La Nave di Teseo, ad esempio, che sulla carta sembrava molto più interattivo invece mi deluse (ma conto di rileggerlo a breve), questo Casa di Foglie è molto più interattivo, secondo me.

 

Insomma, sono molto entusiasta e lo consiglio a tutti, anche se, come recita la dedica ad inizio libro "Questo non è per te", anche perché non è un libro che possa piacere a tutti. Adesso ad esempio mi aspetto che @Mist venga a prendersi una bella rivincita venendo a smontare questo titolo dicendo che non è niente di che, così una volta tanto potrà fare lui lo spezzabolgia contro il mio entusiasmo.

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  • 2 settimane dopo...

Letto Nebula , una bella raccolta di 4 racconti di autori di fantascienza Cinesi. Nessun racconto realmente memorabile, ma un tuffo in un mondo a noi poco conosciuto e un bel cambio di prospettiva rispetto ai soliti autori.

 

Iniziato nel frattempo "Il Libro di Talbott", l'ultimo di Palahniuk. Autore che ho adorato ma che col tempo, secondo me, è rimasto un po' vittima di sé stesso e del suo personaggio. 

Dalle prime pagine, sembra un po' "tornato sui suoi passi". Non so ancora se nel bene o nel male. Ma finalmente dopo tempo è riuscito a mettermi la curiosità di andare avanti nella lettura, il che non è poco.

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Tutti dicono che Il Libro di Talbott sia migliore degli ultimi (non che ci volesse molto), ma onestamente non mi è sembrato. Sicuramente non il peggiore (Pigmeo lo prendo ancora come metro di paragone per i libri più brutti che mi capitano sotto mano) ma neanche "un ritorno al passato" come molti dicono. Tra l'altro ho sentito che era in trattativa per vendere i diritti per farne un telefilm. Mi auguro che la cosa non vada in porto. Trama banale e sterile, intreccio praticamente inesistente, è praticamente un'accozzaglia di aneddoti e gag neanche particolarmente incisive che scimmiottano i suoi primi romanzi (si autocita perfino). Decisamente noioso.

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19 ore fa, absolute dice:

Tutti dicono che Il Libro di Talbott sia migliore degli ultimi (non che ci volesse molto), ma onestamente non mi è sembrato. Sicuramente non il peggiore (Pigmeo lo prendo ancora come metro di paragone per i libri più brutti che mi capitano sotto mano) ma neanche "un ritorno al passato" come molti dicono. Tra l'altro ho sentito che era in trattativa per vendere i diritti per farne un telefilm. Mi auguro che la cosa non vada in porto. Trama banale e sterile, intreccio praticamente inesistente, è praticamente un'accozzaglia di aneddoti e gag neanche particolarmente incisive che scimmiottano i suoi primi romanzi (si autocita perfino). Decisamente noioso.

 

Ok mi hai tolto tutta la voglia di leggerlo. 

Lo farò comunque che raramente abbandono un libro a metà ( successo molto raramente, tra l'altro proprio con Palahniuk). 

Pigmeo sinceramente non mi aveva fatto proprio schifo, ma l'ho letto in lingua e non so come sia la traduzione (non che sia bello , ma lo schifo lo riservo per Dannazione)

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Non è colpa mia, mi hanno progettato così.

 

Comunque ieri la biblioteca mi ha avvisato che il libro che avevo prenotato era disponibile. Prenotare un libro recente in sette biblioteche ha dato i suoi risultati. Leggo raramente titoli usciti da poco, anche perché non seguo mai le nuove uscite, ma il mese scorso sono entrato in libreria (il libraccio, tra l'altro) mentre aspettavo in centro e ho letto per sbaglio la quarta di copertina di Le Sette Morti di Evelyn Hardcastle da cui mi sono fatto abbindolare come in una televendita dello chef Tony. In teoria ha una trama che mi incuriosisce, però ho sentito dire che è deludente, comunque un tentativo voglio farlo, per ora il primo capitolo è abbastanza spiazzante.

In spoiler (perché comunque temo anticipi un po' troppo) la trama dalla quarta di copertina.

 

Spoiler

Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell'alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento – la morte del giovane Thomas Hardcastle – ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d'artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell'attimo in cui esplodono nell'aria i preannunciati fuochi d'artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell'acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L'invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell'acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l'assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House... Accolto dall'entusiasmo della critica al suo apparire, vincitore del Costa First Novel Award, Le sette morti di Evelyn Hardcastle è, come ha scritto il Financial Times, «qualcosa in cui il lettore non si è mai imbattuto fino ad ora», un romanzo geniale in cui Agatha Christie incontra "Black Mirror".

 

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Libri letti/ascoltati al mare.

 

Le ceneri di Angela, di Frank McCourt.
Autobiografia romanzata (a mio avviso molto) dell'autore, che racconta la povertà e cristianità (la povertà credo esagerata, in un certo senso mitizzata) dell'Irlanda degli anni '30 e '40 del '900: che è la vera protagonista.
Che dire, premio Pulitzer, tradotto in 30 lingue, 20 milione di copie vendute, edito da Adelphi che fa della qualità un marchio di fabbrica. Ma boh, non mi è piaciuto.
La storia è narrata in prima persona da un bambino che ha la consapevolezza e il punto di vista dell'autore adulto. Un po' come Serenus Zeitblom nel Doctor Faustus di Mann. Questo incassamento delle voci crea un effetto un po' straniante, da una parte aiuta a comprendere le vicende, dall'altra impedisce di empatizzare con il protagonista che reagisce ad aventi tremendi in modo innaturale, e soprattutto rimane uguale - senza crescita morale ed etica - per tutto il libro.
Un altro aspetto controverso riguarda lo stile usato per i turn ancillaries; McCourt fa passare la parola ai vari personaggi inserendo i dialoghi diretti tra le frasi descrittive senza alcuna istanza dell'enunciazione, senza caporali di sorta, e raramente con un distacco grafico, andando cioè a capo; in rarissime occasioni viene usato anche il discorso indiretto libero. Questa scelta poetica, forse per rendere il flusso di memoria del bambino narrante, la trovo infelice perché rende la lettura difficoltosa e appiattisce tutti i personaggi salvo rare eccezioni.
Non c'è una vera trama, ma una serie di ricordi che si susseguono senza soluzione di continuità, e non sarebbe un problema se molti di questi ricordi non fossero "identici". Magari McCourt attraverso un artificio simile all'anafora voleva sottolineare certi concetti ripetendoli allo sfinimento, ma ecco, la sensazione che ha il lettore è di... tedio dai.
Ho apprezzato l'ironia. Non che il libro sia divertente, o ricco di battute. Ma l'autore ha preferito raccontare con toni leggeri episodi anche molto tragici riuscendo a strappare una risata che subito dopo si trasforma in commozione.
Ci sono altre cose che non mi sono piaciute, ma sorvolo. Non lo consiglio né sconsiglio.

 

Caos Calmo di Sandro Veronesi.
Ho letto solo 40 pagine. Poi per non trasformarmi in un eunuco, ho abbandonato.

 

Universi in Fuga, di Charles Sheffield.
Classico romanzo di fantascienza hard (per chi non legge fantascienza chiarisco che non è porno, ma fantascienza verosimile almeno nelle premesse) divertente e ottimo come rimedio all'orchite acuta procurata da Veronesi.

 

Il deserto dei Tartari, di Dino Buzzati.

Adoro Buzzati, specie nei racconti. In realtà ho letto, o per essere più precisi, mi hanno letto solo i primi due capitoli, ma mi sono addormentato. Era pomeriggio. Faceva caldo. E dormivo per tirarla lunga e non andare al mare. Mi piace il mare, ma al ritorno c'è una salita di 4 km all'80% con gli sherpa ai lati della strada che rifiatano, e un uomo ha tutto il diritto di trovare una scusa come dormire.

Lo finirò sicuramente perché è uno dei grandi romanzi italiani che mi mancano. Ne avevo letto solo poche pagine un po' a caso trovate chi si ricorda dove, in passato, e questa "ascoltata" mi ha riportato a quell'atmosfera surreale, magica, fiabesca, irreale - ma sono solo aggettivi - della poetica di Buzzati che riesce a strapparti dalla realtà e trasportarti in un mondo in cui è bello sognare, e perderti per un po'.

 

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Il 25/5/2019 at 11:17, absolute dice:

Ieri sera ho iniziato Casa di Foglie (House of Leaves) di Mark Danielewski.

 

L'ho iniziato anche io per curiosità visto che ne parlavi bene. Non ho trovato però una versione cartacea, e la domanda è quindi: data la natura del romanzo, in versione pdf quanto l'esperienza di lettura ne è rovinata?

 

Ho letto solo i primi due capitoli. Poco per dare un giudizio.

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1 ora fa, Apolide dice:

L'ho iniziato anche io per curiosità visto che ne parlavi bene. Non ho trovato però una versione cartacea, e la domanda è quindi: data la natura del romanzo, in versione pdf quanto l'esperienza di lettura ne è rovinata?

 

Moltissimo, è come guardare un bel film a casa su uno schermo piccolo con audio e video di qualità scadente. Seriamente. Ho scritto più volte di rimandare la lettura all'autunno, visto che ne uscirà una nuova edizione, se proprio non riesci a trovarlo in biblioteca.

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1 ora fa, SCRIGNO MAGICO dice:

 

Dov'è il problema? Con solo 160 eurozzi.. ;)   :D

 

https://www.amazon.it/Casa-foglie-Mark-Z-Danielewski/dp/8804526947

 

Eurozzi mi ha convinto: lo compro!

 

1 ora fa, absolute dice:

 

Moltissimo, è come guardare un bel film a casa su uno schermo piccolo con audio e video di qualità scadente. Seriamente. Ho scritto più volte di rimandare la lettura all'autunno, visto che ne uscirà una nuova edizione, se proprio non riesci a trovarlo in biblioteca.

 

La biblioteca del mio paese è pezzentella. Rimando a ottobre allora.

Grazie.

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Il 30/6/2019 at 19:06, Apolide dice:

Libri letti/ascoltati al mare.

 

Le ceneri di Angela, di Frank McCourt.
Autobiografia romanzata (a mio avviso molto) dell'autore, che racconta la povertà e cristianità (la povertà credo esagerata, in un certo senso mitizzata) dell'Irlanda degli anni '30 e '40 del '900: che è la vera protagonista.
Che dire, premio Pulitzer, tradotto in 30 lingue, 20 milione di copie vendute, edito da Adelphi che fa della qualità un marchio di fabbrica. Ma boh, non mi è piaciuto.
La storia è narrata in prima persona da un bambino che ha la consapevolezza e il punto di vista dell'autore adulto. Un po' come Serenus Zeitblom nel Doctor Faustus di Mann. Questo incassamento delle voci crea un effetto un po' straniante, da una parte aiuta a comprendere le vicende, dall'altra impedisce di empatizzare con il protagonista che reagisce ad aventi tremendi in modo innaturale, e soprattutto rimane uguale - senza crescita morale ed etica - per tutto il libro.
Un altro aspetto controverso riguarda lo stile usato per i turn ancillaries; McCourt fa passare la parola ai vari personaggi inserendo i dialoghi diretti tra le frasi descrittive senza alcuna istanza dell'enunciazione, senza caporali di sorta, e raramente con un distacco grafico, andando cioè a capo; in rarissime occasioni viene usato anche il discorso indiretto libero. Questa scelta poetica, forse per rendere il flusso di memoria del bambino narrante, la trovo infelice perché rende la lettura difficoltosa e appiattisce tutti i personaggi salvo rare eccezioni.
Non c'è una vera trama, ma una serie di ricordi che si susseguono senza soluzione di continuità, e non sarebbe un problema se molti di questi ricordi non fossero "identici". Magari McCourt attraverso un artificio simile all'anafora voleva sottolineare certi concetti ripetendoli allo sfinimento, ma ecco, la sensazione che ha il lettore è di... tedio dai.
Ho apprezzato l'ironia. Non che il libro sia divertente, o ricco di battute. Ma l'autore ha preferito raccontare con toni leggeri episodi anche molto tragici riuscendo a strappare una risata che subito dopo si trasforma in commozione.
Ci sono altre cose che non mi sono piaciute, ma sorvolo. Non lo consiglio né sconsiglio.

 

Caos Calmo di Sandro Veronesi.
Ho letto solo 40 pagine. Poi per non trasformarmi in un eunuco, ho abbandonato.

 

Universi in Fuga, di Charles Sheffield.
Classico romanzo di fantascienza hard (per chi non legge fantascienza chiarisco che non è porno, ma fantascienza verosimile almeno nelle premesse) divertente e ottimo come rimedio all'orchite acuta procurata da Veronesi.

 

Il deserto dei Tartari, di Dino Buzzati.

Adoro Buzzati, specie nei racconti. In realtà ho letto, o per essere più precisi, mi hanno letto solo i primi due capitoli, ma mi sono addormentato. Era pomeriggio. Faceva caldo. E dormivo per tirarla lunga e non andare al mare. Mi piace il mare, ma al ritorno c'è una salita di 4 km all'80% con gli sherpa ai lati della strada che rifiatano, e un uomo ha tutto il diritto di trovare una scusa come dormire.

Lo finirò sicuramente perché è uno dei grandi romanzi italiani che mi mancano. Ne avevo letto solo poche pagine un po' a caso trovate chi si ricorda dove, in passato, e questa "ascoltata" mi ha riportato a quell'atmosfera surreale, magica, fiabesca, irreale - ma sono solo aggettivi - della poetica di Buzzati che riesce a strapparti dalla realtà e trasportarti in un mondo in cui è bello sognare, e perderti per un po'.

 

 

Anche io mi sono addormentata sul deserto dei tartari, unica volta nella mia vita, perciò non servono scuse.

mi hai incuriosito con universi in fuga, è una lettura leggera e basta o c’è altro sotto?

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13 ore fa, absolute dice:

Esiste il prestito interbibliotecario. Oppure lo puoi comprare in inglese.

 

Non so se dalle mie parti esiste. Chiederò.

In inglese capirei il senso, ma non riuscirei a godere della lettura e apprezzarne le qualità della scrittura.

 

7 ore fa, silvia_fi dice:

Anche io mi sono addormentata sul deserto dei tartari, unica volta nella mia vita, perciò non servono scuse.

 

Miiii che insonnia lunga devi avere :D

 

7 ore fa, silvia_fi dice:

mi hai incuriosito con universi in fuga, è una lettura leggera e basta o c’è altro sotto?

 

No, semplice lettura leggera. Universi in fuga è l'ultimo romanzo di un ciclo di cinque, pubblicato da Urania in due volumi di 170 pagine circa. Si può leggere senza conoscere gli altri. La trama ricalca il romanzo d'avventura con i classici personaggi e tappe archetipici del genere in un'ambientazione futuristica. Io l'ho trovato piacevole perché avevo voglia di leggere una storia che mi scaricasse il cervello. A differenza di un Solaris, non ti spinge a porti nessuna domanda.

 

Più interessante è il saggio di una trentina di pagine, diviso su entrambi i volumi, che fa una panoramica ricca (ma non esaustiva, data anche la brevità) sulle idee per il viaggio spaziale, interplanetario e interstellare, avute sia da scrittori che da scienziati. A titolo d'esempio, c'è un'ipotesi scientifica (che non conoscevo) di Dyson: piantare alberi su una cometa anche dal modesto diametro di quindici chilometri. Gli alberi trarrebbero nutrimento dal ghiaccio e altre sostanze presenti nel terreno e crescerebbero praticamente all'infinito data la bassa gravità; il legno è abbastanza resistente per far crescere gli alberi per centinaia di chilometri. L'ossigeno non si disperderebbe nello spazio ma verrebbe trattenuto in basso permettendo la vita degli esseri umani. E per il fabbisogno di energia è stato stimato che l'alluminio presente su una cometa è sufficiente per creare uno specchio per concentrare la luce stellare.

L'ipotesi delle comete arboree - detto francamente - mi pare 'na 'sc'trunzata; però è molto suggestiva. E ce ne sono anche altre forse più "belle".

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8 ore fa, silvia_fi dice:

Anche io mi sono addormentata sul deserto dei tartari, unica volta nella mia vita, perciò non servono scuse.

 

Il Deserto dei Tartari è lento ma è anche un gran romanzo, secondo me dovresti riprovare a leggerlo in un momento più idoneo, a volte semplicemente bisogna trovare l'umore adatto.

 

Comunque io alla fine ieri ho finito Le Sette Vite di Evelyn Hardcastle, di Stuart Turton. Lo avevo preso in biblioteca (prenotato in sei biblioteche qui intorno perché era richiestissimo) dopo averne letto la quarta di copertina per caso in libreria. Come credo di aver già scritto sono rarissimi i casi in cui leggo a scatola chiusa libri appena usciti, specie perché è difficile districarsi tra le recensioni appena uscite. In questo caso, poi, metà erano entusiastiche e l'altra metà si domandavano come potessero esistere le prime per un libro noioso e pretenzioso come questo. In realtà in questi casi mi incuriosisco sempre perché quando vedo pareri estremi in due direzioni opposte voglio scoprire cosa c'è alla base. Purtroppo, però, in questo caso la verità stava nel mezzo. Non è eccezionale ma non è neanche pessimo. L'idea di base (che tecnicamente viene spoilerata nella sinossi, visto che viene spiegato il mistero dell'ambientazione dopo un centinaio di pagine) è interessante. A livello di "giallo" è anche ben fatto e segue tutte le classiche regole tanto che in molti si sono lamentati che è troppo "complicato". In realtà bisogna solo districarsi tra i personaggi e i loro nomi, d'altronde all'inizio c'è sia una mappa dei luoghi dove si svolge tutto, sia una lista dei presenti, quindi basta poco per risolvere.

Nel complesso, però, un po' perché ha dei momenti di "noia", un po' perché per far quadrare tutto ci sono alcune forzature che snaturano l'intrigo, alla fine non rende al massimo e risulta anche un po' troppo lungo e ridondante. Quindi è stata comunque una lettura piacevole, la curiosità di arrivare alla fine c'era. Rispetta dunque le prerogative di un giallo anche se per alcuni versi capisco chi ne è rimasto deluso, comunque c'è da dire che evidentemente cercavano un prodotto diverso, perché non ha tutti questi difetti che ho letto in giro, qualcuno sì, ma non tali da renderlo illeggibile.

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