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[16esimi di finale] Lupus in tabula vs Street Fighter


Mist
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Street Fighter 2 per SNES (non a caso ho messo quello) più che un gioco è stata una delle prime avventure della mia vita, a 12-13 anni.

Per averne la versione americana (costosissima, 120.000 lire d'importazione) penai per settimane, ma dovevo farlo visto che la versione italiana sarebbe uscita sei mesi dopo (altri tempi). Una volta arrivata, però, mi accorsi che qualcosa non andava: pur con l'adattatore (le cartucce americane erano rettangolari, quelle europee rotondeggianti) il gioco si interrompeva dopo circa 30 secondi. Altro giro altra corsa, mi informai telefonando alla redazione di Console Mania (!) che mi disse che serviva un adattatore speciale. E via altri soldi, e via altre settimane. Poi arrivò e non smisi di giocare per mesi.

 

Insomma, Lupus in tabula.

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Ai miei tempi si giocava a Street Fighter in sala giochi. Chi vinceva continuava a giocare con un nuovo sfidante e così chi era forte poteva giocare anche decine di partite con un solo gettone. Ma era pericoloso perchè prima o poi tra gli sfidanti arrivava il bullo: lo riconoscevi subito perchè nella sua niubbaggine mononeuronica aveva un'unica strategia: lo sgambetto. Tale mossa causava danni ridotti ma faceva cadere il tuo lottatore e poteva essere ripetuta con tempismo appena ti rialzavi per farti cadere di nuovo, e ancora e ancora per tutto l'incontro finchè non crepavi. Sfortunatamente per lui, a un giocatore accorto bastava muovere la levetta verso l'angolo in basso-dietro non appena il lottatore si rialzava per parare lo sgambetto e mandare in fumo la strategia per poi distruggere l'avversario con un paio di mosse speciali di cui il bullo non sapeva neanche l'esistenza. E allora capitava che il bullo durante il secondo round per impedirti di vincere ti menava in real-life con pugni nello stomaco o calci negli stinchi. Ma tu resistevi e con uno Shoryuken lo mettevi al tappeto, concludendo l'incontro. Ed era allora che se tenevi alla vita dovevi correre a gambe levate.

A un certo punto, chissà come mai, decisi che era meglio giocarci a casa con gli amici e abbandonai il NES per lo SNES, entrando nel vero mondo dei videogiochi.

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19 minuti fa, GURU baba rey dice:

Ai miei tempi si giocava a Street Fighter in sala giochi. Chi vinceva continuava a giocare con un nuovo sfidante e così chi era forte poteva giocare anche decine di partite con un solo gettone. Ma era pericoloso perchè prima o poi tra gli sfidanti arrivava il bullo: lo riconoscevi subito perchè nella sua niubbaggine mononeuronica aveva un'unica strategia: lo sgambetto. Tale mossa causava danni ridotti ma faceva cadere il tuo lottatore e poteva essere ripetuta con tempismo appena ti rialzavi per farti cadere di nuovo, e ancora e ancora per tutto l'incontro finchè non crepavi. Sfortunatamente per lui, a un giocatore accorto bastava muovere la levetta verso l'angolo in basso-dietro non appena il lottatore si rialzava per parare lo sgambetto e mandare in fumo la strategia per poi distruggere l'avversario con un paio di mosse speciali di cui il bullo non sapeva neanche l'esistenza. E allora capitava che il bullo durante il secondo round per impedirti di vincere ti menava in real-life con pugni nello stomaco o calci negli stinchi. Ma tu resistevi e con uno Shoryuken lo mettevi al tappeto, concludendo l'incontro. Ed era allora che se tenevi alla vita dovevi correre a gambe levate.

A un certo punto, chissà come mai, decisi che era meglio giocarci a casa con gli amici e abbandonai il NES per lo SNES, entrando nel vero mondo dei videogiochi.

True Story 

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