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PROIEZIONE CLANDESTINA: L'angelo Sterminatore (in sala fino al 31 agosto)


GURU baba rey
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Giudizio post visione  

6 voti

  1. 1. L'ho visto e...

    • Capolavoro
    • Bello perchè bello
    • Sufficiente
      0
    • Meh... più no che si
      0
    • Ma chi cazzo ha proposto 'sta merda?!
      0


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Appena finito di rivederlo, a distanza di almeno 10 anni dalla prima volta. Giusto due pensieri a caldo.
La borghesia prigioniera delle sue finzioni, delle sue etichette, di quell'ipocrisia che cela ombre mostruose. Mentre le maschere cadono lasciando emergere gli istinti più animaleschi, resistono giudizi e pregiudizi, superstizioni e rituali, ciò che è difforme si disprezza e si nasconde, il superfluo è necessario. Una classe che si contorce su se stessa in una spira mortale.
Film superbo.

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39 minuti fa, tartina dice:

Mi manca mezz'ora alla fine, ma ho dovuto mettere in pausa perché c'era una parte troppo inquietante per vederla di notte quando sei da sola a casa

 

19 minuti fa, tartina dice:

lo finisco domattina col sole e con la presenza rassicurante dei muratori qua fuori

 

Volevi concludere la visione ma per qualche motivo non ci riesci e rimandi a domattina. Mi ricorda qualcosa...

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@GURU baba rey alla fine la scena inquietante era proprio quella che menzionavi tu della mano...siccome avevo messo in pausa un attimo prima, presagendo il peggio, pensavo ti stessi riferendo alla mano del morto nello sgabuzzino (una scena precedente). Comunque mi è piaciuto. Insomma mi ha un po' spiazzata: mi sarò distratta forse, ma è stato solo dopo un po' che ho capito che quel gruppo di persone era mentalmente bloccato e impossibilitato ad uscire fuori dalla casa. Mi pare di capire che sotto ci sia una critica alla classe medio-alta che si auto-ingabbia nelle sue convenzioni (tipo quella di non togliersi la giacca, di non dire a una signora che puzza etc.) e cela (magari dentro un armadietto) brutture come la morte (surreale che questi, chiusi senza motivo in una casa, tappano le fessure dello sgabuzzino per non far passare l'odore del morto, ho pensato "ma che cacchio sto guardando?" [non in senso negativo]) oppure quei due (Edoardo dice di avere 30 anni, ma pare mio nonno) che fornicano. Ma perché allora quelli di fuori non riescono a entrare dentro? neanche i bambini...non solo gli aristocratici sono ingabbiati quindi? non ho capito. Le scene che mi hanno colpita di più sono state tutte quelle prive di senso: quando un'invitata è convinta che il cameriere sia caduto apposta (ma perché dovrebbe cadere apposta?) e ride da sola, quando una delle donne è assetata e uno le porge il vaso con l'acqua dei fiori dicendole di aggiungere un po' di limone (ma in questa casa non c'era un rubinetto?), quando il maggiordomo raccoglie la sfravecatura e la butta giusto 30cm più in là. Poi va be' la scena della mano è fatta proprio ben bene, meno male che ho stoppato in tempo se no non dormivo per 5 notti. Finale perfetto e inaspettato. Ad ogni modo non è che riesca a trovare un senso preciso di questo film, la critica alla borghesia mi convince fino a un certo punto. Cosa vuol dire con questo film? che per non stare immobili bisogna ripetere sempre le stesse cose (e quindi stare comunque immobili)? non lo so comunque mi è piaciuto anche se era meglio che avvisavate che bisognava vederlo di giorno D:< !!! ps. lo rivedrei una seconda volta

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25 minuti fa, tartina dice:

Ad ogni modo non è che riesca a trovare un senso preciso di questo film, la critica alla borghesia mi convince fino a un certo punto. Cosa vuol dire con questo film?

 

“Se il film che state per vedere vi sembra enigmatico, o incongruo, anche la vita lo è. È ripetitivo come la vita, e, come essa, soggetto a molte interpretazioni. L'autore dichiara che non ha voluto giocare su dei simboli, almeno coscientemente, Forse la migliore spiegazione per L'angelo sterminatore è che, ragionevolmente, non ne ha alcuna" (cit.)

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1 minuto fa, GURU baba rey dice:

 

“Se il film che state per vedere vi sembra enigmatico, o incongruo, anche la vita lo è. È ripetitivo come la vita, e, come essa, soggetto a molte interpretazioni. L'autore dichiara che non ha voluto giocare su dei simboli, almeno coscientemente, Forse la migliore spiegazione per L'angelo sterminatore è che, ragionevolmente, non ne ha alcuna" (cit.)

mi sento meno scema. Comunque anche io spesso aspetto che escano prima gli altri tipo quando devo andare sulle scale mobili della metro, quando devo scendere da un treno, quando devo uscire dal cinema e persino quando dovevo uscire dalla chiesa, quando ci andavo... :O 

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28 minuti fa, tartina dice:

Ma perché allora quelli di fuori non riescono a entrare dentro? neanche i bambini...non solo gli aristocratici sono ingabbiati quindi?

 

Forse il senso è che è una classe isolata e autoreferenziale, non si può entrare nè uscire. La si guarda da fuori come le miniature in una palla di vetro.

 

28 minuti fa, tartina dice:

ho pensato "ma che cacchio sto guardando?" [non in senso negativo])

[...]

Le scene che mi hanno colpita di più sono state tutte quelle prive di senso: quando un'invitata è convinta che il cameriere sia caduto apposta (ma perché dovrebbe cadere apposta?) e ride da sola, quando una delle donne è assetata e uno le porge il vaso con l'acqua dei fiori dicendole di aggiungere un po' di limone (ma in questa casa non c'era un rubinetto?), quando il maggiordomo raccoglie la sfravecatura e la butta giusto 30cm più in là. Poi va be' la scena della mano è fatta proprio ben bene, meno male che ho stoppato in tempo se no non dormivo per 5 notti.

 

Confermo: Bunuel in questo momento sta sorridendo compiaciuto.

 

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5 minuti fa, GURU baba rey dice:

 

Forse il senso è che è una classe isolata e autoreferenziale, non si può entrare nè uscire. La si guarda da fuori come le miniature in una palla di vetro.

 

 

giustissimo

 

comunque dimenticavo di dire che finalmente ho colto il riferimento che fece  @Gianni Infantino

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Capolavoro assoluto. Sarò onesto, non l'ho rivisto ora ma l'avevo rivisto un paio di mesi fa per cui son fresco di visione.


Durante la visione, la sensazione era una sensazione di profondo disagio che si instillava poco a poco, scena dopo scena, minuto dopo minuto, fino a che scopri che alla fine anche te sei lì, con loro.

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Un film ambiguo, ma che comunque ha una sua forma. 

 

Il punto non è tanto, secondo me, una critica alla società borghese, ma una caricatura vera e proprio dell'individuo. I personaggi sono prima di tutto personaggi umani, patetici prim'ancora di entrare all'inferno. Le relazioni non ci sono, sono formali e lontane da un vero incontro, che è un incontro di cuori. Non si vogliono bene fra di loro e non vogliono bene a loro stessi: la giacca serve a tenere a freno ciò che sta sotto, vissuto come pericoloso, sporco, disdicevole. 

 

I protagonisti, così, sono imprigionati dalle consuetudini sociali così come la loro natura è bloccata dalle loro menti pervertite da bisogni castrati e i loro corpi immobilizzati da una punizione che non arriva mai. 

 

Si muovono con difficoltà fuori dagli schemi, girano e rigirano come facciamo noi: bloccati nella vita da forze che neppure conosciamo, ma che influiscono su di noi. Così come noi abbelliamo le gabbie in cui ci troviamo con futili diversivi che non ci permettono di crescere, ma che ci imprigionano e rendono schiavi sempre di più, così il palazzo da sogno diventa una stanza ben addobbata, ma assolutamente sterile e incapace di dare ai personaggi ciò di cui hanno bisogno. 

 

Manca il cuore, e quando manca questo è impossibile uscire dalle gabbie immaginarie che vengono create dalle nostre menti. Né la logica, né l'istinto di sopravvivenza possono nulla: non sembra esserci alcuna soluzione al problema umano. 

 

L'isolamento interno si riflette in un isolamento esterno: da fuori nessuno può entrare. Come dire che quando siamo senza cuore, in un mondo senza cuore, nessun ha gli strumenti per avvicinarci. 

 

In questo stato, venute meno gran parte delle convenzioni che reggevano quella farsa umana, quello che resta è solo la paranoia, il sadismo, la violenza gratuita. Neppure i sacrifici umani richiesti hanno un senso: uccidere il padrone di casa non avrebbe risolto nulla, ma rappresentava comunque l'unica scelta da fare per cercare di muoversi da quella impasse. 

 

Come succede alla nostra vita, poi, quando abbiamo finito di girare e provarle tutte, quello che sembra risolvere il problema è una coazione a ripetere: tutti si ritrovano ai posti di partenza nell'illusione che così qualcosa si risolverà. Il punto è che quando facciamo le cose senza un reale cambiamento che ci avvicini al nostro cuore, quello che succede è che la storia si ripete: gli stessi personaggi, di nuovo rinchiusi nelle consuetudini e nelle norme sociali (la messa mi pareva anche in latino, come a voler rimarcare l'assenza di valore se non formale), ripiombano nella prigione che non permette loro di uscire. 

 

E' un chiaro messaggio, secondo me: non basta fare le cose in maniera diversa, ma è necessario incarnare quella diversità per costruire nuova vita. 

 

Film interessante, grazie a chi l'ha proposto e a chi l'ha reso disponibile. <3

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1 ora fa, GURU baba rey dice:

@SCRIGNO MAGICO non commenta, se la sta prendendo comoda, si toglie la giacca. Non credete che stia esagerando?

 

Ho disdetto MP e fino a che non mi tolgono il cinema  guardo i loro film!  ;) 

 

Devo ancora rivedere "Niente da nascondere"! Poi guarderò pure questo che non ho mai visto per intero. :) 

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