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Topic del disagio


SCRIGNO MAGICO
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1 ora fa, aleman dice:

 

ma veramente... non riesco a trovare le parole giuste per commentare quello che ho sentito... 

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Il 7/8/2020 at 19:21, aleman dice:

 

Mai mi è capitato di difendere calderoli, @Corto Pavese sarebbe orgoglioso di me, ma è una metafora per dire che la doppia preferenza di genere è sfruttata nei piccoli seggi per blindare candidati maschi, basta infatti mettere un solo uomo con 4/5 donne per obbligare a dare la preferenza al suddetto.

 

 

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16 ore fa, Tersite dice:

Mai mi è capitato di difendere calderoli, @Corto Pavese sarebbe orgoglioso di me, ma è una metafora per dire che la doppia preferenza di genere è sfruttata nei piccoli seggi per blindare candidati maschi, basta infatti mettere un solo uomo con 4/5 donne per obbligare a dare la preferenza al suddetto.

 

Stai diventando vecchio, ora anche l'onestà intellettuale! :o  :D

 

Occhio a non andare oltre la modica quantità per uso personale! :D

 

 

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15 ore fa, SCRIGNO MAGICO dice:

 

Stai diventando vecchio, ora anche l'onestà intellettuale! :o  :D

 

Occhio a non andare oltre la modica quantità per uso personale! :D

 

Non credo: penso che il mio odio per i giornalisti superi quello per calderoli.

(E comunque non ci avevo fatto caso, a questa interpretazione velata: me l'hanno fatto notare amici esperti).

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  • 2 settimane dopo...

Se n’è andata in silenzio, ieri pomeriggio, in una stanza d’ospedale, dove era stata trasferita dal carcere in seguito al precipitare delle sue condizioni.

Se n’è andata al 238esimo di uno sciopero della fame con cui chiedeva un processo equo in un Paese, la Turchia, in cui l’equità e la giustizia sono concetti inesistenti. Specie se sei donna. Specie se sei un’avvocata per i diritti umani. Specie se non pieghi la schiena di fronte a un potere che vorrebbe tapparti la bocca.

È morta così, Ebru Timtik, di fame e di ingiustizia. Il suo cuore si è fermato semplicemente perché non aveva più nulla da pompare in un corpo scarnificato dall’inedia.

È morta per difendere il suo diritto ad un giusto processo, dopo essere stata condannata a 13 anni, insieme ad altri 18 avvocati come lei, detenuti con l’accusa di terrorismo, solo per aver difeso altre persone accusate dello stesso crimine.

È morta come Ibrahim e come Helin e come Mustafa del Grup Yorum, morti dopo 300 giorni di digiuno per combattere la stessa accusa.

È morta combattendo con il proprio corpo, fino alle estreme conseguenze, una battaglia che nella Turchia di Erdogan non è più possibile combattere con una parola, un voto, una manifestazione di piazza.

È morta come fanno gli eroi, sacrificando la propria vita per i diritti di tutti.

C’è solo un modo per celebrare la memoria di questa grande donna: non restare zitti. Far arrivare la sua voce il più lontano possibile, dove lei non può più arrivare.

Ci sono idee così forti capaci di sopravvivere anche alla morte.

Addio Ebru. Viva Ebru.

 

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  • 2 settimane dopo...
  • 1 mese dopo...

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